La Sindrome da Immobilizzazione, quali sono le cause e i rimedi
La Sindrome da Immobilizzazione (chiamata anche Sindrome Ipocinetica o da allettamento) si manifesta quando una persona, in particolare se è anziana, si trova costretta a trascorrere molto tempo a letto – o comunque in una condizione di immobilità. Il decubito obbligato determina un complesso di segni e sintomi a carico di vari organi e apparati. È proprio questo insieme di condizioni non salutari a concretizzare la sindrome ipocinetica o da allettamento – sindrome con cui i nostri ASA e OSS hanno spesso a che fare.
Nell’anziano, dicevamo, l’insorgere di questa Sindrome da Immobilizzazione è più diffusa. L’invecchiamento fisiologico, infatti, aggrava la condizione di riduzione delle funzionalità di vari organi legati al movimento, oltre a coinvolgere tutta una serie di apparati, come quello cardiovascolare, polmonare, urinario, ecc. Si determina quindi l’indebolimento muscolare e il rallentamento dei riflessi. Se l’immobilizzazione obbligata non viene adeguatamente seguita e contrastata, si può arrivare a uno stato di disabilità importante, con i casi più gravi che possono condurre anche alla morte.
Quali sono le cause dell’immobilizzazione?
Un anziano può essere costretto a non muoversi per un lungo periodo a causa di varie problematiche, quali ad esempio: artriti, fratture, ictus, morbo di Parkinson, malattie polmonari, demenza avanzata, stati febbrili, infarti miocardici acuti, ecc. Tra le cause troviamo anche gli effetti collaterali legati all’assunzione di alcuni farmaci, il timore di cadute accidentali o particolari situazioni psicologiche debilitanti.
Quali sono i possibili rimedi?
Per porre rimedio alle conseguenze di un allettamento forzato è necessario un comportamento adeguato e una costante assistenza. Innanzitutto, bisogna incoraggiare la mobilizzazione, non appena le condizioni psicofisiche del soggetto lo permettono. È importante stimolare la persona a muoversi, anche solo facendola stare seduta, onde evitare problemi respiratori.
Bisogna far rispettare gli orari quotidiani, al fine di non far perdere al paziente le abitudini e il legame con la realtà. In questo modo diventa più difficile isolarsi ed è anche più difficile che l’anziano non abbia più gli stimoli per alzarsi. Esistono anche dei programmi di mobilizzazione passiva a cui far riferimento.
L’alimentazione, poi, assume un ruolo molto importante per contrastare la Sindrome da Immobilizzazione. Occorre, infatti, mangiare frutta, verdura e assumere liquidi per favorire le corrette funzioni intestinali. Nell’ottica di assistere un soggetto a rischio, bisogna poi favorire l’igiene personale, mantenerla costantemente, così come occorre cambiare la biancheria con cui è a stretto contatto il paziente. È utile, inoltre, usare prodotti e presidi dedicati che possano proteggere e rafforzare la cute, onde evitare che si formino delle piaghe da decubito.